Sono due kamikaze, entrambi uomini, gli autori della strage di sabato mattina ad Ankara. Lo ha reso noto l’ufficio del premier turco, Ahnet Davutoglu, che ha anche aggiornato a 97 il numero dei morti nell’attentato, di cui 92 sono già stati identificati. La nota dell’esecutivo mette la parola fine alle indiscrezioni circolate dopo l’attentato secondo cui uno dei due attentatori suicidi sarebbe stato una donna. Nella nota dell’ufficio di Davutoglu si spiega che la polizia sta ancora cercando di identificare i due kamikaze e quindi non si conferma la notizia che uno dei due sia il fratello ventenne dell’autore della strage del 20 luglio a Suruc, vicino al confine con la Siria, in cui morirono 33 filo-curdi e che fu rivendicata dall’Isis.
Lo Stato islamico è il primo sospettato su cui si concentrano le indagini per l’attentato di Ankara di sabato scorso, ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu, riferiscono i media internazionali. Per le fonti della sicurezza turca, citate dal sito Bugun, «l’attacco è nello stile di Suruc, tutti i segnali indicano che è una copia di quell’attacco»
Oltre ai 97 morti ci sono almeno 186 feriti, 28 dei quali sono ricoverati in terapia intensiva, vittime delle due esplosioni nei pressi della stazione centrale di Ankara, dove – con la partecipazione di centinaia di persone – prima delle 10 di sabato mattina stava per iniziare una manifestazione pacifista per chiedere la fine del conflitto che le forze di sicurezza hanno ingaggiato contro i separatisti curdi del Pkk, nel sud-est del Paese. La Turchia precipita di nuovo nell’instabilità a venti giorni dalle elezioni del 1° novembre . Condannando quello che era stato subito definito da fonti del governo come un attacco terroristico, il presidente Recep Tayyep Erdogan ha assicurato che gli autori della strage saranno consegnati alla giustizia: «Qualunque sia l’origine – ha detto Erdogan – è necessario opporsi a tutti i terroristi». Le esplosioni sono state due, avvenute a tre secondi di distanza l’una dall’altra. Davutoglu ha anche annunciato 3 giorni di lutto nazionale. Le vittime sono per lo più manifestanti; tra i corpi, secondo le testimonianze, molti striscioni e bandiere, tra cui quelle del Partito democratico del popolo (Hdp), l’opposizione filo-curda.
Davutoglu: «Nessuna rivendicazione, ma Isis, Pkk e Dhkp-c tra i sospetti»
Il premier ad interim Ahmet Davutoglu ha detto che «questo attentato non ha colpito un singolo gruppo, cittadini che si erano riuniti per una marcia o una comunità politica: ha colpito il nostro popolo per intero». «E poiché andiamo verso elezioni (il primo novembre prossimo, ndr), questo attentato ha puntato direttamente contro la democrazia e i diritti democratici e la libertà». «Oggi è il giorno di stare uniti, fianco a fianco», ha aggiunto. «È l’episodio più doloroso della storia della repubblica». «Nessuno ha rivendicato le esplosioni, ma Isis, Pkk e Dhkp-c (estrema sinistra, ndr) sono potenziali sospetti. Negli ultimi tre giorni a Istanbul e Ankara sono stati arrestati diversi potenziali kamikaze», ha rilevato ancora Davutoglu, precisando che a Istanbul si trattava di un membro del Dhkp-c, sigla di estrema sinistra. «È una nostra responsabilità comune quella di proteggere la nostra popolazione», ha detto ancora Davutoglu, sottolineando di guidare un governo ad interim che non è il governo dell’Akp. Il premier turco ha inoltre ringraziato per i messaggi di cordoglio e solidarietà giunti da tutto il mondo. Davutoglu ha annunciato inoltre l’intenzione di incontrare i leader dei partiti di opposizione socialdemocratico Chp e nazionalista Mhp, ma non del filo-curdo Hdp.