Sicurezza aerea, un’estate nera. Tra missili e meteo.
Quella del 2014 sarà ricordata come l’estate nera della sicurezza nei cieli: solo nella settimana dal 17 luglio quando è stato abbattuto il volo della Malesya, sono tre gli aerei passeggeri che hanno avuto gravissimi incidenti, registrando la morte di quasi tutti i loro passeggeri, con un bilancio complessivo che sfiora le 500 vittime.
Air Algeri, l’ultimo in ordine di tempo
L’ultima tragedia è in ordine di tempo è avvenuta in Mali, dove si è schiantato un aereo dell’Air Algerie (ma operato da una compagnia spagnola, la Swiftair) con 116 persone a bordo, di cui quasi la metà francesi. Un incidente le cui cause restano da verificare ma che, secondo le prime ipotesi, potrebbe essere legato ad una tempesta lungo la tratta del volo, partito dalla capitale del Burkina Faso e diretto ad Algeri. Una causa che lo accomunerebbe alla tragedia registrata ieri a Taiwan, dove un volo dell’AirAsia è stato costretto per il maltempo ad un atterraggio di emergenza finito male, con una cinquantina di vittime.
Oltre 450 vite perdute – facendo la triste somma dei morti nelle ultime 24 ore con quei 298 passeggeri “abbattuti” da un missile che ha colpito il loro volo partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur giovedì scorso – in un periodo in cui prendere l’aero è sinonimo di vacanze. E che allunga la lista delle tragedie aeree degli ultimi anni, aggiungendosi a quei voli “scomparsi” dai radar e mai più ritrovati. Molti piccoli, come quelli venezuelani per il paradiso delle vacanze di Los Roques. Ma anche grandi. Come quell’aereo ormai passato alla storia come il più grande mistero recente dell’aviazione civile: il volo Mh370 della Malaysia airlines, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino l’8 marzo scorso e mai più ritrovato tra le tante piste ipotizzate e mai confermate.