Ancora aggregazioni di forze dell’ordine in vista di Expo. Dopo i 54 agenti della polizia di frontiera di Trieste, Gorizia e Tarvisio, altri 56 uomini della polizia ferroviaria Fvg saranno chiamati a rinforzare il poderoso piano antiterrorismo che dovrà blindare gli obiettivi sensibili del capoluogo lombardo per tutti i sei mesi di durata della manifestazione. Su un totale di 205 unità.
«E siamo solo all’inizio» avverte il segretario regionale del Sindacato autonomo di Polizia (Sap), Olivo Comelli. Anche perché, come già confermato dallo stesso segretario generale del sindacato, Gianni Tonelli, il ministero dell’Interno non esiterà ad attingere anche ai nuclei operativi anticrimine presenti sui territori. Alla questura di Udine non è arrivata ancora nessuna “chiamata”, «ma potrebbe essere solo questione di tempo» fa notare Comelli.
I timori, però, si riversano soprattutto su Tarvisio, dove lo sguarnimento dei confini, con 14 agenti che dal 13 aprile al 31 ottobre saranno indirizzati a rotazione negli aeroporti lombardi, potrebbe rivelarsi la goccia di troppo nel vaso già stracolmo dell’emergenza profughi. Tanto che il sindaco, Renato Carlantoni, ha scritto al ministro dell’Interno Angelino Alfano per chiedere un passo indietro. Perchè, il confine è già un colabrodo, l’emergenza immigrazione è ormai cronica, e dirottare le forze di frontiera su Milano è un errore di strategia.
L’indebolimento del presidio ai confini con l’Austria apre, secondo il primo cittadino, una falla nel sistema dei controlli, mette in crisi il servizio di pattuglia, impossibile da garantire 24 ore su 24, e pregiudica, per mancanza di organico, anche le pattuglie miste italo-austriache per fare fronte comune sulla questione immigrazione. «Una evidente contraddizione – la definisce Carlantoni – visto che le aggregazioni rischiano di incidere anche sulla sperimentazione delle pattuglie miste per mancanza di organico».
Ma anche «una mancanza di strategia nell’affrontare quella che ormai non è più un’emergenza ma cronaca quotidiana». Nella missiva spedita ad Alfano, Carlantoni ricorda che il comune montano «è ormai una piccola Lampedusa del nord», dove solo nel 2014 si sono registrati più di mille passaggi di immigrati irregolari.