Svolta nelle indagini sull’omicidio del piccolo Cocò, Nicola Campolongo, il bambino di tre anni ucciso e poi bruciato assieme al nonno e alla compagna di quest’ultimo nelle campagne di Cassano Ionio il 19 gennaio del 2014. Lunedì mattina i carabinieri del Ros hanno notificato in carcere, dove si trovavano detenuti per altra causa, il provvedimento di arresto a Cosimo Donato e Faustino Campilongo, due esponenti dei clan della zona di Sibari, accusati di triplice omicidio e distruzione di cadaveri.
Scudo umano
Giuseppe Iannicelli, vero obiettivo dei killer, forse sapeva di essere nel mirino delle cosche che gestiscono il traffico di droga a Cassano e nell’hinterland. Lui stesso, in passato, era stato arrestato per detenzione di droga e traffico di cocaina. Proprio una partita di droga non pagata e un possibile suo pentimento sarebbe stato il motivo della sua eliminazione. Per cercare di allontanare il pericolo di un possibile agguato, aveva pensato di portarsi dietro durante i suoi spostamenti suo nipote Cocò, primogenito della figlia Antonia Maria, in carcere per scontare una condanna per droga. Il bambino gli era stato dato in affido ed era diventato la sua ombra. La presenza del piccolo avrebbe potuto far desistere chiunque avesse deciso la sua morte.
Anche Papa Francesco era intervenuto duramente